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24 giugno, 2019

Accordo sul Biometano: dalle gare al trasporto pubblico, in Italia si viaggia green

Il biometano ha conosciuto un notevole sviluppo a partire dal 2012 nel Nord Europa, ad oggi sono attivi, infatti, più di 500 impianti con una capacità di 250.000 m3 all'ora, e una produzione annua di 1,5 miliardi di m3 di biometano. La maggior parte di questi impianti si trovano in Germania ed in Gran Bretagna con una crescita esponenziale nell’ultimo decennio, specialmente nel 2018, un anno che è stato fondamentale per il settore del gas rinnovabile in Europa. In Italia a fine 2017 si contavano invece solo 7 impianti, frenati da una legislazione fin troppo lenta ad arrivare ma che tuttavia promette ora, dopo che la Commissione Europea ha recentemente approvato il nuovo schema di incentivazione per la produzione e distribuzione di biocarburanti avanzati, ottime prospettive di crescita per il settore: il potenziale di sviluppo del biometano individuato nella Strategia Energetica Nazionale è di 8 mld di m³ al 2030, ma esistono stime anche maggiori.

Per rispondere alle nuove sfide della mobilità sostenibile in Italia si sta oggi creando, dal campo agricolo fino alla pompa del carburante, una filiera nostrana che pone il biometano protagonista assoluto in quanto fonte totalmente rinnovabile, pulita, programmabile e flessibile, ed in grado di offrire grandi opportunità di crescita per il Paese. L’Italia può, infatti, vantare oggi una filiera industriale del gas naturale nel settore trasporti che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista tecnologico sia ambientale, riconosciuta a livello mondiale, nonché terzo mercato UE dopo Germania e Gran Bretagna, e che può far leva sulla rete di trasporto più estesa e capillare d’Europa, lunga oltre 32 mila chilometri. Su questo scenario il gas naturale liquefatto ed il bio GNL sono i due combustibili che sulla carta promettono di avere un futuro importante, soprattutto se ci si riferisce al trasporto pesante di camion e tir, oltre che a quello navale, ma non solo. Ad inizio maggio, ad esempio, si è svolta la gara di apertura del “Green Endurance – Campionato Italiano Energy Saving 2019” ma già prima di arrivare al finale la vera attesa è stata per il debutto nelle competizione del biometano ed il confronto sulle emissioni WTW nei confronti delle vetture elettriche: 36,49 contro 62,30, biometano contro elettrico. Le due cifre si riferiscono alle emissioni climalteranti espresse in grammi di CO2eq/km calcolate nel ciclo vita di ogni singola fonte di energia; dalla produzione all’utilizzo. Non esistono emissioni zero, ogni forma di mobilità produce emissioni, fatto sta che dati alla mano il biometano inquinerebbe il 40% in meno delle elettriche. I dati parlano chiaro: “Un veicolo alimentato a biometano emette meno di 5 grammi di CO2 per chilometro, veicoli alimentati con alti tipi di combustibile ne emettono fino a 130 grammi per chilometro. Inoltre con il biometano si può ridurre fino al 95% delle emissioni di monossido di carbonio e ossido di azoto rispetto ai veicoli alimentati a diesel”. Alimentare i nostri veicoli partendo dalla pattumiera, come si sta cercando di fare a Barcellona con il recente progetto Life Methamorphosis di Seat, è il sogno di molti. Utilizzare questo gas rinnovabile permette inoltre di contribuire all’economia circolare, ridurre i rifiuti e persino l’effetto serra, poiché la produzione e uso del biogas genera un 80% in meno di emissioni di CO2 rispetto alla benzina. Inoltre, oltre al beneficio ecologico ed economico di questo carburante, vi è anche un chiaro vantaggio di distribuzione rispetto ad altri combustibili “greenperché il biometano può essere distribuito utilizzando gli impianti di erogazione del gas già esistenti e può essere immesso nella rete direttamente, senza bisogno di grandi investimenti in nuove infrastrutture. Dal punto di vista chimico, infatti, ha la stessa composizione, per cui può essere utilizzato sia direttamente, sia mescolato con il gas convenzionale.

La diffusione della produzione di gas (biogas e biometano) compare tra gli obiettivi previsti dall’Ultima Strategia energetica nazionale (Sen) che punta a coprire, entro i prossimi dieci anni, il 30% dei consumi energetici derivanti dal trasporto pesante su strada ed il 50% di quelli del trasporto navale attraverso il GNL. In armonia con i nuovi indirizzi UE per un’economia sempre più circolare risulta inoltre di grande importanza l’accordo di filiera tra settore agricolo e industriale (firmato a fine aprile da Cib, Confagricoltura, Eni, Fpt Industrial, Iveco, New Holland e Snam), a poco più di un anno dall’emanazione del decreto 2 marzo 2018 sulla promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti, che si inserisce non solo nel raggiungimento del target sulle energie rinnovabili nei trasporti al 2020, ma si proietta già nel percorso di decarbonizzazione previsto dalla strategia Clima Energia. Quest'ultima, in particolare, fissa nuove sfide per la mobilità sostenibile prevedendo di raggiungere una quota rinnovabile del 21,6% al 2030, contribuendo contemporaneamente alla riduzione dell'inquinamento atmosferico e al contrasto ai cambiamenti climatici. Si avvia così una importante collaborazione nell’ambito della mobilità sostenibile, con nuove iniziative e progettualità sul biometano rivolte alle imprese della filiera, alla Pubblica amministrazione, all’informazione dei cittadini, alla ricerca e sviluppo. Con la sigla dell’accordo si vuole, inoltre, mantenere viva l’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica, poiché una serie di ostacoli burocratici, al momento, non permettono di liberare completamente tutte le potenzialità oggi presenti nei territori rischiando così di non rendere attuabile anche l’attuale decreto sul biometano, che ha sostituito il precedente provvedimento del 2013. Occorrerebbe, a tal riguardo, invece creare una cabina di regia con i rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali volta a favorire lo sviluppo graduale e continuo del biometano sia a beneficio dell’intera collettività sia alla tutela dell’ambiente.

Alberto Azario