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8 luglio, 2019

Economia circolare: Noah, nasce la prima auto biodegradabile al mondo

Dal 1° marzo 2019 sono scattati in Italia nuovi ecoincentivi sui veicoli acquistati: fino a 6 mila euro per l'acquisto di una vettura ecologica e penalizzazioni invece per i nuovi modelli che superano le emissioni di CO2 previste dalla legge. Nel resto d’Europa intanto si parla già di auto biodegradabili. Elettrico, biometano, ibrido, sono solo alcuni dei termini utilizzati e spesso associati ad una visione del mondo dei trasporti legata ai nuovi paradigmi che il mondo moderno ci sta proponendo. Nel momento dell’affermazione dell’economia circolare arriva così la prima city car elettrica al mondo fatta al 90% dagli scarti alimentari. Vede la luce, infatti, in Olanda “Noah” la prima auto biodegradabile del mondo, prototipo ultraleggero di vettura creata quasi esclusivamente con biomateriali come lino e zucchero e capace di raggiungere una velocità massima di 110 km orari ed un’autonomia di circa 240 km con un pieno di energia che, se paragonato all’energia disponibile di un’auto a combustione, sarebbe come se con un litro di carburante potesse percorrere 300 chilometri. Noah è equipaggiata inoltre con alcune funzioni smart focalizzate sul guidatore: può essere, ad esempio, sbloccata un chip NFC, riconoscere l’utente e adattare le sue impostazioni in base alle preferenze stabilite e visibili sul display da dieci pollici touchscreen; può infine caricare una lista dei contatti personali e trovare le destinazioni usando il proprio smartphone tramite il sistema Gps.

L’idea di questa rivoluzionaria e particolare city car nasce grazie ad un gruppo di studenti della University of Technology di Eindhoven, i quali nei passati anni hanno portato, tra Università e aziende, la loro creazione in giro per l’Europa, recentemente a Milano, per mostrare come sia possibile oggi, pur senza brevetto alcuno, “costruire un’auto che fosse a impatto zero, e non solo per quel che riguarda i consumi” come affermano gli studenti stessi che hanno partecipato al progetto. Il prototipo di Noah offre due posti a sedere ed un ampio bagagliaio, rinchiusi in una scocca di bioplastica derivata dallo zucchero dal peso di 420 kg, batterie incluse, che le donano una buona tenuta su strada, nonché una discreta sicurezza caratterizzata dal telaio e dagli interni fatti con particolari e forti pannelli a "sandwich", prodotti con quella bioplastica e fibra di lino uniti insieme a nido d'ape. I materiali biologici utilizzati richiedono fino a sei volte meno energia per essere prodotti rispetto ai soliti materiali per auto leggeri, come alluminio o carbonio. Serve, infatti, solo il sette per cento di un ettaro di campi di lino per produrre un esemplare di questa auto biodegradabile. Alla fine del suo ciclo di vita inoltre il biocomposto può essere macinato e usato come materia prima per altri prodotti, come i mattoni, mentre le parti non organiche dell'auto possono essere incluse nella catena di riciclaggio esistente.

Anche nel settore dei trasporti, uno dei più inquinanti al mondo, è possibile oggi abbattere notevolmente le emissioni. Se per magia oggi tutte le auto, le moto, gli autobus e i camion che circolano in Italia andassero a energia elettrica rinnovabile, secondo gli esperti i risparmi si potrebbero calcolare intorno ai 100 milioni di tonnellate di CO2 annue. Una rivoluzione della mobilità potrà quindi dirsi davvero completa solo quando tutta l’energia per fare il pieno sarà pulita, proveniente solo da fonti rinnovabili. Ora dipende quindi dall’industria rendere la mobilità, una delle cose più importanti della nostra vita di tutti i giorni, veramente “green” in ogni modalità possibile, magari accettando la sfida lanciata dai ragazzi olandesi di realizzare su larga scala un’auto elettrica riciclabile e compostabile, in grado di essere venduta a un prezzo accessibile per un pubblico di massa. Il progressivo aumento della popolazione mondiale porterà inevitabilmente ad una sempre maggiore richiesta di risorse, che già scarseggiano come hanno dimostrato negli anni i vari “Earth Overshoot Days”. Una delle soluzioni potrebbe quindi davvero essere quella di affiancare il concetto di economia circolare anche a prodotti complessi, rendendoli sostenibili in ogni fase della loro vita, dalla produzione all’uso, fino al riciclo. Gran parte del totale dell’impronta di carbonio di un’automobile è emessa, infatti, proprio durante il processo di produzione iniziale. La sostenibilità dovrebbe interessare quindi un prodotto in tutte le sue fasi e non solamente considerare il suo scopo ed utilizzo finale. “Noi siamo riusciti nell’obiettivo di realizzare una macchina in grado di essere sostenibile in tutte le sue fasi”, sostiene Jelle Vonk, Team manager di Noah. Al momento, confrontata con Noah che sarà presto certificata per l’uso su strade pubbliche, non sembra esserci altra auto sulla strada, nemmeno sotto forma di prototipo, che abbia un impatto ambientale altrettanto basso per tutto il suo ciclo di vita. Dimostrazione di come anche in prodotti complessi come le automobili sia già possibile una progettazione legata ai principi base dell’economia circolare, utilizzando magari già da ora, o prossimamente al massimo, pannelli bioplastici nelle parti strutturali e negli interni dei veicoli, vantaggiosi non solo per la loro durata ma anche per la loro resistenza e leggerezza. “Sostenibilità senza compromessi” si legge sull’homepage ufficiale del sito del progetto, per un gruppo di ventidue studenti che affermano: “Noi crediamo che integrando un design smart con nuovi materiali rivoluzionari sia possibile iniziare già da oggi un’economia circolare. Questo è il momento giusto per mettere da parte il vecchio approccio al design per cominciare con una lavagna pulita”.

Alberto Azario