1711 Alberto Azario Articoli
15 luglio, 2019

L'importanza di aprire le porte delle imprese ai cittadini

Oggi, nel nostro Paese, un’impresa su dieci è condotta da giovani. Il recente dato della Coldiretti interessa tutti i settori produttivi: dall'agricoltura all'artigianato, dall'industria al commercio fino ai servizi, con un incremento nei settori del commercio al dettaglio, delle attività di ristorazione, le coltivazioni agricole e l’allevamento. Con 560 mila imprese condotte da under 35 l'Italia si colloca ai vertici dell'Unione europea in termini di numero di giovani imprenditori, e così nel nostro Paese risulta che i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni che hanno un lavoro autonomo sono il 90% in più della Spagna, il 60% in più della Germania, il 53% in più della Francia e, in generale, sono pari ad un quarto del totale dell'area Euro. Con circa 300 imprese aperte al giorno, alla base delle scelte dei giovani italiani c’è così la voglia di fare, l’entusiasmo di creare e la determinazione di riuscire. Diventa così ancora più importante avvicinare i giovani e il territorio al mondo imprenditoriale attraverso l’opportunità, sempre meno rara, di conoscere le nostre aziende, le nostre fabbriche e le nostre eccellenze dall’interno. L’apertura straordinaria delle industrie risulta oggi un’opportunità unica per conoscere dal vivo la storia delle aziende, i processi di produzione e le maestranze all’opera. É anche l’occasione per toccare con mano quanto l’innovazione tecnologica abbia trasformato negli ultimi anni l’industria, che pur confrontandosi con un mercato globale e le sfide del futuro, resta parte integrante del territorio che la ospita dall’automotive all’agroalimentare, dall’aerospazio al tessile, dalla chimica all’ICT. Molte sono le imprese che organizzano e ospitano visite, proponendo ognuna un percorso adeguato alle proprie caratteristiche. In sinergia con le politiche regionali di sostegno all’innovazione (come ad esempio il PRISM-E a Sostegno alla realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale) ed alle strategie europee di sviluppo regionale (come i Fondi strutturali e d’investimento facenti parte della strategia Europa 2020), tra le varie occasioni una delle più famose è rappresentata dall’iniziativa “Piemonte Fabbriche Aperte” dedicata ai cittadini interessati a visitare, in modo coinvolgente ed immersivo, le industrie del territorio, entrando direttamente in quella che si è accreditata con il tempo come la regione della manifattura intelligente, del saper fare, dell’innovazione industriale e della qualità produttiva. Nata nel 2017 l’iniziativa è cresciuta nel tempo: nella prima edizione più di cinquemila visitatori hanno potuto accedere agli stabilimenti produttivi di 100 aziende su tutto il territorio regionale, rendendosi conto di persona delle modalità di produzione industriale di imprese che quotidianamente sviluppano prodotti di qualità e in molti casi competono sui mercati internazionali. Nell’edizione 2018, svoltasi a fine ottobre, l’aumento degli stabilimenti industriali interessati è stato del 40%, a fronte di un aumento dei visitatori del 60%, ed ha interessato tutte le principali aziende manifatturiere del Piemonte, dai grandi impianti produttivi multinazionali alle piccole aziende di nicchia, fino a diversi centri di ricerca e piccole imprese che hanno consentito in molti casi di vivere un’esperienza coinvolgente ed immersa alla scoperta di quei processi produttivi della "Fabbrica intelligente", ossia la cosiddetta "Industria 4.0”. La maggior parte degli stabilimenti partecipanti sono coinvolti anche nelle iniziative del Programma Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale 2014-2020, i cui fondi sono utilizzati per favorire gli investimenti di queste aziende in tre ambiti principali: l’innovazione e la ricerca, gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e per l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, la promozione della competitività e dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese.

Con lo stesso nome, ma spostandoci stavolta in Liguria, gli studenti hanno incontrato l’industria all’interno del progetto “Fabbriche Aperte” nato nel 2008 con l’obbiettivo di diffondere una cultura scientifica per la formazione di professionalità molto richieste dalle aziende più competitive e impegnate in processi di crescita. Sono dodici anni, quindi, che scuola ed industria continuano questo percorso che, nell’edizione dello scorso anno, in crescita rispetto agli eventi passati, ha coinvolto quasi mille studenti. Un viaggio tra reparti di produzione, laboratori, magazzini, uffici, alla scoperta di processi, competenze e professionalità, innovazione ed eccellenze. Con numeri ancora in crescita come numero di aziende coinvolte, quest’anno 20, e di classi partecipanti, ben 43. Più aziende, più ragazzi e sempre più entusiasmo decretano il successo di un’iniziativa che fa dialogare industrie e scuole facendo conoscere agli studenti, e alle loro famiglie, tutte le possibilità professionali offerte dal sistema produttivo del territorio, con l’obiettivo di orientare al meglio il percorso formativo dei giovani e garantire loro un più facile accesso al mondo del lavoro.

Poter dire oggi che esistono realtà industriali solide e competitive che guardano al futuro, investendo in ricerca, innovazione, servizi efficienti, qualità del prodotto e professionalità è un dovere e un servizio alla collettività. Quando le aziende si aprono al territorio è poi sempre un bel segnale, e il fatto che questa tendenza sia in aumento fa ben sperare per il futuro, perché dimostra la sensibilità delle aziende nei confronti del loro ruolo sociale, nonché la capacità di cogliere una dimensione positiva, anche in termini di comunicazione, per una scelta che vuole far conoscere le proprie eccellenze valorizzandone storia, prodotti e processi produttivi. Da un lato c’è un numero crescente di imprenditori e manager, di ogni dimensione e ogni settore, che vuole farsi conoscere sul territorio in cui opera: e lì non c’è pubblicità o spot che tenga, l’unico modo (fondamentale poi se si scommette sulla trasparenza) è aprire le porte della fabbrica, far incontrare le persone che ci lavorano ogni giorno, mostrare cosa fanno e come e dove finisce ciò che producono. Dall’altro lato — quello più significativo, probabilmente — c’è gente, tanta, che vuole conoscere, e decide di passare una domenica pomeriggio dentro uno stabilimento, un laboratorio, un’azienda di consulenza hi tech per capire direttamente che cosa significhi «fare impresa» oggi. In futuro formazione e orientamento dovranno essere sempre più legati al mondo delle aziende ed è necessario che tutti i soggetti coinvolti lavorino in una direzione comune, come già sta accadendo, in un’ottica di maggior trasparenza e dialogo tra imprese e territorio.

Alberto Azario