2369 Alberto Azario Articoli
18 agosto, 2019

Da De Ceuvel a Port of Amsterdam, la capitale olandese vince il primato dell’ecosostenibilità

Il 14 febbraio scorso si è tenuto presso l’Università Cattolica di Milano uno degli incontri programmati nel calendario dell'iniziativa Re–Think – Circular Economy Forum. Tre sono stati i focus principali: le città, quali centri motori dell’economia di oggi, i materiali, e le tecnologie, nel tentativo di mostrare casi concreti e possibili trend evolutivi dell’Economia Circolare.

All’interno del convegno Shyaam Ramkumar, coordinatore della StudioHub Europe, ha incentrato il suo intervento sulla città di Amsterdam e su come questa abbia ospitato molti progetti affini alle pratiche dell’Economia Circolare. L’analisi della città è strutturata sulla base di tre temi principali: le costruzioni, la bio-economia e l’innovazione.

Attualmente l’Olanda è la sesta economia più potente all’interno dell’Unione Europea e, grazie agli sforzi attuati dalle autorità e dei cittadini in materia ambientale, è una nazione da prendere come modello per la gestione degli aspetti socio-ecologici. È attualmente considerata una nazione leader per quanto riguarda il trattamento delle problematiche ambientali e gli obiettivi futuri proposti recentemente a livello nazionale sul medio e lungo termine sono tra i più ambiziosi al mondo[1].

Shyaam Ramkumar ha preso come riferimento, per la tematica dedicata alle costruzioni, il sito di De Ceuvel, un cantiere navale abbandonato, trasformato da designer, architetti e alcuni consulenti per la sostenibilità, in un “office park”. L’idea è stata quella di trasformare le vecchie navi non più utilizzate in luoghi di lavoro ecosostenibili, sfruttando una location completamente abbandonata.

L’idea di Economia Circolare permea il progetto: la ristrutturazione del sito è stata approntata in un’ottica circolare: l’uso di pannelli fotovoltaici permette la produzione di energia che può essere scambiata tra i diversi edifici grazie all’utilizzo della blockchain[2], attraverso un insieme di fasi che consentono di filtrare e purificare le acque, realizzare compost fertilizzante dai rifiuti liquidi e solidi, e, grazie alla creazione di una “green house”, realizzare prodotti agricoli. Fondamentale è stata anche la scelta di definire come smaltire, reintegrare o rigenerare i diversi rifiuti prodotti da ciascuna attività, in modo da avere un approccio totalmente circolare, che porta ad un risultato che si potrebbe definire di “bioraffineria urbana”. Molte cose sono state poi aggiunte negli anni e molte altre continuano ad essere integrate dando l’idea di una realtà in continua evoluzione[3].

Ramkumar cita inoltre Park 20/20-C2C Centre, una zona di uffici pensata per le grandi aziende (Sony, Bosch, Siemens, etc.) e costruita avendo come riferimento i principi dell’Economia Circolare e della biodiversità. Anche in questo caso tutti i vari edifici presentano degli impianti interconnessi dal punto di vista energetico (per questo motivo l’edificio principale di questo complesso chiamato “The Edge” è stato nominato “Edificio più ecosostenibile nel mondo” nel 2015) e produce internamente più energia di quanto ne necessita.

Nato dallo stesso team di lavoro del De Cevuel, Ramkumar illustra poi Schoonschip. Si tratta di un vero e proprio quartiere di 46 case galleggianti, di cui al momento ne sono state realizzate 7, pensate in vista del riscaldamento globale e del conseguente innalzamento dei mari. Anche questo quartiere nasce seguendo i principi dell’Economia Circolare, negli ambiti quali l’energetico, i materiali utilizzati, la produzione di cibo, il trattamento delle acque e lo smaltimento dei rifiuti. Spazi in comune offrono dei suggerimenti su una nuova forma dell’abitare e del vivere.

Legato al tema della bio-economia è, invece, “Port of Amsterdam”. L’idea di partenza è stata quella di riunire diverse compagnie (Biodiesel Amsterdam, ChainCraft, Power to Protein, ecc.) in un’area per risolvere insieme le problematiche ecologiche e condividere progetti di riciclo. Il progetto ruota attorno alla AEB, compagnia che si occupa dello smaltimento rifiuti in Amsterdam e che ha un impianto per la trasformazione dei rifiuti in energia. Ma sempre più l’obiettivo della città di Amsterdam si sta spostando dal processo di incenerimento di rifiuti per la generazione di energia, verso nuove forme di trattamento dei rifiuti organici che conducono alla trasformazione chimica dei rifiuti in sostanze riutilizzabili in diversi campi. Per questo motivo da “Port of Amsterdam” si è dato il via a un progetto di collaborazione tra le imprese presenti che condividono l’idea di cercare di valorizzare i rifiuti delle loro produzioni. Insieme queste sono stati capaci di produrre 25 milioni di metri cubi di biogas, 120 mila tonnellate di biodiesel e 5 mila tonnellate di fertilizzanti.

Sul tema dell’innovazione Shyaam evidenzia il progetto “Startup in residence”, che è iniziato a San Francisco ed è stato promosso dal Comune di Amsterdam per affrontare le sfide energetiche di una città così complessa come Amsterdam e che si è poi espanso a diverse città dell’Olanda. L’idea fondante del progetto è di creare uno spazio comune in cui diversi imprenditori si possano confrontare per cercare soluzioni su problemi comuni e condividere progetti nell’ambito dell’Economia Circolare.

In linea con gli obiettivi del New Amsterdam Climate (il piano di intervento che prevede entro il 2025 una riduzione del 40 per cento delle emissioni di Co2), Amsterdam ha scelto di concentrarsi soprattutto sull’efficientamento energetico e tecnologico per favorire una condivisione dal basso delle politiche e degli interventi previsti dal programma avviato da Liander e Amsterdam Innovation Motor[4].

Alberto Azario


[1] Nicole Santi, Amsterdam: una città socio-ecologica da prendere come modello, eticoscienza.it, 13 novembre 2018.

[2] La blockchain è una sottofamiglia di tecnologie in cui il registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e la cui validazione è affidata a un meccanismo di consenso, distribuito su tutti i nodi della rete, ossia su tutti i nodi che sono autorizzati a partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro. Mauro Bellini, Blockchain: cos’è, come funziona e gli ambiti applicativi in Italia, Blockchain4innovation, 5 agosto 2019.

[3] Shyaam Ramkumar, Circular Economy in ci ies – Examples from Amsterdam, intervento all’interno di Circular Economy forum, Re-Think Milano 2019 (https://re-think.today/pdf/Report_Re-think_Circular_Economy_Forum_Milano.pdf)

[4] Simone D’antonio, Amsterdam capitale della vita ecosostenibile, CorCom.it, 2 aprile 2012.