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9 marzo, 2020

Marevivo e Sicilia: al via la terza barriera anti-plastica italiana

L’inquinamento dei mari, e delle acque più in generale, è uno dei problemi su cui la nostra penisola sta cercando di porre sempre di più l’attenzione, attraverso l’attuazione di alcuni provvedimenti innovativi come l’istallazione di barriere fluviali che impediscano ai rifiuti urbani, che finiscono nelle acque dolci dei nostri corsi d’acqua, di sfociare nel mare, impedendo così a monte questa dispersione di rifiuti.

La prima barriera di questo tipo è stata installata nel 2018 a Pontelagoscuro (comune di Ferrara) grazie al progetto pilota “Il Po d’AMare”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Corepla e Castalia, in collaborazione con l’Autorità di Bacino per il Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e aipo. Un progetto di questo tipo è stato pensato proprio in ottica preventiva, ossia per evitare che i marin litter raggiungano il mare, anche perché l’80% circa di essi provengono dalla terraferma a causa di una scorretta gestione dei rifiuti urbani e industriali, di scarsa pulizia delle strade e di abbandoni o smaltimenti illeciti.Poter contare su un futuro che tenga maggiormente in considerazione le risorse naturali esauribili e impegnarsi con tutti gli strumenti tecnologici e di ricerca avanzata possibili per mitigare l’incidenza degli agenti inquinanti è compito di chi ha a cuore un ambiente sostenibile in cui vivere e prosperare”, dichiarò Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po all’istallazione della barriera [1].

Grazie alle barriere in polietilene di Ferrara si sono conseguiti dei risultati a tal segno positivi da incentivare (nell’ottobre scorso) la seconda installazione italiana, questa volta sul Tevere nei pressi di Fiumicino, quasi alla foce del fiume. Anche qui risultati eccezionali già soltanto nel primo mese di attività con una raccolta di 460 chilogrammi di rifiuti di cui quasi la metà di tipo plastico, come confermato dalla responsabile per la Regione Lazio dei Contratti di fiume, Cristiana Avenali. Tutti questi riscontri positivi hanno fatto pensare alle amministrazioni di spostare le barriere anche in punti più centrali della città, o magari in periferie densamente abitate (con un’ipotetica installazione sull’Aniene) affinché i cittadini possano vedere con i loro occhi a cosa porta una cattiva differenziata e un trattamento scorretto dei rifiuti [2]. La sensibilizzazione del cittadino sarebbe, infatti, un risultato ulteriore delle barriere anti-plastica, in quanto nell’ottica della prevenzione un cittadino più consapevole è un cittadino più attento alla questione ecologica e quindi un cittadino che, a monte, produce meno rifiuti o comunque cerca di smaltirli più responsabilmente.

Il 18 febbraio è stata installata una barriera anti-marin litter in Sicilia, grazie al progetto “Halykòs” – Prevenzione Ambientale e Valorizzazione della Foce del Fiume Platani”, promosso dall’associazione ambientalista Marevivo e realizzato con il sostegno della Fondazione CON IL SUD. Il luogo dell’istallazione è significativo in quanto, avendo scelto una riserva naturale di notevolissima valenza per il territorio, mostra come impiantare qui la barriera voglia essere un monito per tutti i comuni attraversati dal fiume Platani ad avere una maggiore cura e attenzione per l’ambiente circostante.

L’associazione ha lanciato, poi, nei giorni precedenti all’inaugurazione della barriera un’azione legislativa, ossia una petizione su Change.org per chiedere che nella legge Salva mare venga approvato un emendamento sulla pulizia dei corsi d’acqua e l’installazione di sistemi di raccolta alla foce [3]. “Sicuramente”, ha dichiarato Fabio Galluzzo, delegato regionale di Marevivo Sicilia e direttore del progetto Halykòs, “dobbiamo fare la nostra parte e impegnarci nel ridurre, riusare e riciclare la plastica. Partiamo dai fiumi perché insieme agli scarichi urbani oltre l’80% dei rifiuti marini, di cui una gran parte è plastica, è trasportata da fiumi e torrenti e speriamo che l’esperimento avviato alla foce del fiume Platani produca ottimi risultati e l’iniziativa possa essere allargata ad altri fiumi e ad altri territori. Questa azione consentirà di raccogliere materiale plastico galleggiante per poi essere correttamente smaltito e riciclato” [4].

L’esempio di queste tre diverse realtà italiane, in tre diversi luoghi, da nord a sud, mostra come finalmente ci si ponga sempre di più il problema ecologico delle plastiche in mare, uno dei più gravi del nostro pianeta, in grado di provocare danni inimmaginabili all’ecosistema e perfino alla catena alimentare, visto che tra non molto non esisteranno più pesci e volatili marini che non abbiano ingerito elementi plastici [5]. È fondamentale che vi sia un impegno costante a livello istituzionale per la promozione e l’incentivazione di questo tipo di opere: le industrie, le aziende, le associazioni finanche i singoli cittadini non devono essere lasciati soli nel mettere in atto quelle che sono le buone pratiche per l’ambiente. Greenthesis ha sempre messo al primo posto nel suo lavoro l’innovazione e ha fatto di essa il fulcro della sua azione sul campo, utilizzando tecnologie avanzate e sempre al passo con i tempi, ma questo deve essere anche agevolato e supportato a livello nazionale, poiché le tematiche green non possono essere soltanto interesse di pochi, ma devono diventare impegno di ciascuno.

Alberto Azario


[1] https://www.raccoltedifferenziate.it/2018/07/18/sul-po-a-ferrara-barriere-e-battelli-a-pesca-di-plastica-e-rifiuti-contro-il-marine-littering/

[2] http://www.romatoday.it/green/tevere-rifiuti-plastica-diga-fiumicino-.html

[3] https://video.repubblica.it/edizione/palermo/sicilia-cosi-la-barriera-sul-fiume-ferma-la-plastica-prima-che-arrivi-in-mare-le-immagini-dal-drone/354359/354926

[4] https://qds.it/agrigento-barriera-blocca-plastica-nel-fiume-platani/?refresh_ce

[5] http://www.marevivosicilia.it/2020/02/11/sicilia-al-via-loperazione-blocca-plastica-zero-rifiuti-in-mare-installazione-della-barriera-alla-foce-del-fiume-platani/